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Speranza: assistenza domiciliare per gli over 65

Sanità pubblica Redazione DottNet | 22/09/2020 20:27

Vaccino anti Covid: per primi medici e operatori sanitari. "Fra sei mesi vedremo la luce"

Il ministro Speranza ha parlato a trecentosessanta gradi, dando segnali incoraggianti ma anche i leciti dubbi sulle eccessive aperture. E ha cominciato annunciando che è l'ora di "Finirla con i tagli. Si deve investire, ripensando il Ssn con la parola chiave 'prossimità'. Dunque il primo luogo di cura deve essere la casa, con l'assistenza domiciliare. L'Italia aveva l'assistenza domiciliare al 4% contro la media Ocse al 6%: con i soldi del decreto rilancio siamo passati al 6,7%,. il mio obiettivo è rendere l'italia il primo paese Ue per assistenza domiciliare per over-65 e dobbiamo superare la media del 10%".  Obiettivo, ha aggiunto, "è anche rafforzare la telemedicina e la sanità digitale. Per questo, ogni euro che si mette sul Ssn è benedetto; quindi benvenuti Mes e Recovery".

 "Ho detto che ci vorranno sei mesi per vedere la luce, ma questo non vuol dire azzerare il virus: all'inizio ci saranno poche dosi di vaccino e la scelta per l'Italia è che i primi ad essere vaccinati saranno medici e operatori sanitari e poi i fragili e gli anziani". Lo ha detto il ministro della salute Roberto Speranza a Frontiere-festival di Salute. "Ci sono due partite: il vaccino e le cure ed anche per queste l'Italia è dentro la sfida. Al Toscana Life Science - ha sottolineato - si sta lavorando a promettenti anticorpi monoclonali ma saranno necessarie tutte le verifiche. Sui farmaci e vaccini saremo rigorosissimi". "Le armi in campo cominciano ad essere tante e voglio dare un messaggio di ottimismo perchè ancora è dura, e ci attendono mesi di resistenza, ma alla fine - ha precisato Speranza - la battaglia la vinceremo".

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"La situazione in Ue dalla metà di agosto è peggiorata in maniera abbastanza significativa - ha aggiunto il ministro -. In modo particolare abbiamo segnali di recrudescenza significativi dalla Spagna, dalla Francia, Olanda e Belgio. Questo significa che il virus ancora circola che abbiamo di fronte a noi mesi non facili. Io sono convinto che troveremo le soluzioni adeguate e che la scienza ci farà vincere questa battaglia. Ma ancora c'è una situazione che va gestita con la massima attenzione".

"L'Italia in questo momento, e lo dicono i numeri, è messa un po' meglio degli altri Paesi. Ma guai a pensare che siamo fuori dal pericolo. Dobbiamo continuare con grande prudenza e cautela il percorso di riaperture iniziato dal 4 maggio e un po' alla volta tornare alla normalità - ha detto il ministro - Abbiamo ancora mesi che non sono semplici, le misure sono l'unica vera chiave in questa fase di resistenza. In tempi brevi arriveranno segnali incoraggianti sia sul piano dei vaccini che sul piano delle cure. Il punto è come reagiamo in questi mesi: più teniamo un atteggiamento coerente sulle misure, come penso ha fatto il Paese fino ad oggi, più riusciremo ad arrivare meglio al momento 'X' del vaccino".

"La Commissione europea - ha continuato il ministro - ha firmato un accordo formale che prevede, chiaramente nel caso in cui la sperimentazione dovesse andare bene, la distribuzione delle prime dosi di vaccino anti Covid-19 già entro la fine di quest'anno". Sul fronte del vaccino contro il nuovo coronavirus, "noi abbiamo costruito nel mese di giugno un'alleanza tra Italia, Francia, Germania e Olanda - ha ricordato Speranza - che ha portato alla prima intesa con AstaZeneca" sul "cosiddetto vaccino di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e il cui infialamento avverrà ad Anagni". In questa partita quindi "c'è anche un pezzo d'Italia", ha sottolineato il ministro, e "dobbiamo essere orgogliosi che il nostro Paese sia dentro fino in fondo a questa sfida". In ogni caso "non investiamo solo su questo vaccino", ha precisato: "La Commissione europea sta chiudendo un pacchetto '6+1' con le principali compagnie farmaceutiche del mondo, che sono tutte al lavoro" per raggiungere l'obiettivo di uno 'scudo' anti-Covid.

Nella lotta alla pandemia di Sars-CoV-2, ha puntualizzato il titolare della Sanità italiana, "sono due le partite fondamentali: c'è la partita dei vaccini e c'è la partita di cui si parla molto meno", ossia "quella delle cure". Terapie che sono "altrettanto importanti" del vaccino, ha osservato Speranza. "Perché se ci fossero a disposizione dell'uomo strumenti tali da evitare che una persona vada in terapia intensiva anche se ha contratto il Covid, avremmo comunque un grandissimo vantaggio".

Ebbene, "l'Italia è dentro anche questa sfida - ha assicurato il ministro - Sono stato poche settimane fa a Siena, a Toscana Life Sciences, dove c'è un'équipe molto prestigiosa guidata da Rino Rappuoli, che sta lavorando sugli anticorpi monoclonali. E' stata fatta una selezione di anticorpi monoclonali estratti dal sangue di pazienti Covid, selezione poi raffinata col passare delle settimane" fino ad arrivare a "un risultato che è molto incoraggiante". Ma "anche sulle cure, sui farmaci che potranno arrivare da questi anticorpi, ci sarà bisogno di tutte le sperimentazioni del caso".

Poi l'appello: "Dico a tutti di vaccinarsi" contro l'influenza "perché quest'anno è ancora più importante ed ottobre è il mese giusto per iniziare. Alle Regioni è arrivato il 70% in più di dosi rispetto allo scorso anno".

Per quanto riguarda i test, "stiamo lavorando per aumentare la capacita del nostro Paese di fare tamponi e siamo cresciuti molto in questi mesi. Siamo stati i primi in Europa ad usare i test antigenici rapidi negli aeroporti, e stiamo immaginando di usarli anche fuori dagli aeroporti: bisognerà usarli in maniera significativa" nel prossimo periodo "e la scuola può essere una risposta importante". "Stiamo sperimentando anche i test salivari", aggiunge. "L'apertura delle scuole è stato il giorno, per me, più bello. Ora dobbiamo continuare sulla linea della prudenza", ha ribadito il ministro.

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